Madonna col Bambino - Chiesa di San Michele - Serravalle Pistoiese (PT) - QualcosaDaFare.it
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La tavola risale all' inizio del XVI secolo e rappresenta la Madonna, seduta in trono su un fondo costituito da un drappo di seta decorato a maglie romboidali. Il panneggio del manto della Madonna presenta ordinate pieghe che fanno pensare allo stile di Bernadino del Signoraccio, pittore pistoiese che conosceva bene la cultura rinascimentale fiorentina.

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La centralità del borgo è legata anche alla Via Francigena, che da Pistoia portava i pellegrini ad Altopascio e che passava proprio da questo Castello e dal borgo che ancor oggi racchiude due scrigni: la chiesa di San Michele e quella di Santo Stefano.
All' interno della chiesa di San Michele si conserva l' unica abside integralmente giunta fino a noi fra le chiese romaniche del XII-XIII secolo presenti a Serravalle Pistoiese.
L' origine della chiesa è ancora oggetto di discussione: essa sembrerebbe menzionata in un documento del 764 d.C., che rappresenta l' unica testimonianza di età longobarda relativa alla terra di Serravalle. Il prete Aivaldo, desiderando vestire l' abito religioso fra i monaci della chiesa di San Bartolomeo di Pistoia, donava alla città lil monastero 'Sancti Angeli', vicino al fiume Nievole, identificato da alcuni studiosi con la chiesa di San Michele a Serravalle. Qui, una ricognizione ha portato alla luce, sotto l' attuale pavimentazione, un 'ossario', che lascia aperto lo scenario di una potenziale presenza monastica nella chiesa di San Michele.
Durante il secolo XVII fu modificata la facciata con l'apertura del finestrone barocco e venne costruito il porticato che, addossato al fianco meridionale della chiesa, ben si lega al tessuto urbano circostante, caratterizzando questa parte del borgo.
All' interno, sulla parete di sinistra della chiesa, vicino all' ingresso, è presente il trittico con Madonna in trono e il Bambino fra i santi Ippolito, Iacopo, Michele e Stefano, datato al 1439 e attribuito a Bartolomeo di Andrea Bochi (1400-1406 ca.-1475 ca.).
Sulla parete di destra, vicino all' altare, è presente parte di un interessante affresco dei primi decenni del Trecento, in cui è raffigurato il miracolo di San Biagio, al quale sono attribuiti i poteri contro il mal di gola. Il santo benedice il bambino con la mano destra, mentre con la sinistra comprime la glottide del bambino, che sta soffocando a causa della spina di un pesce. Probabilmente, questo affresco, tornato alla luce dopo il restauro, faceva parte di una più estesa decorazione relativa alla vita del Santo, venerato nell' area pistoiese e spesso presente nei cicli pittorici.

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All' interno della chiesa di San Michele è presente il trittico in oro con ‘Madonna in trono e il Bambino fra i santi Ippolito, Iacopo, Michele e Stefano'(1439) attribuito al pittore pistoiese Bartolomeo di Andrea Bochi.
Lo schema compositivo della pala trova riscontri in quella realizzata da Nanni di Jacopo all' inizio del XV secolo conservata nella chiesa di San Francesco a Pescia.

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Si tratta di un' opera toscana del XVIII secolo, esempio della pittura di uso devozionale che si ispira all' analogo soggetto della Madonna dell' Umiltà d nell' omonimo basilica di Pistoia.
Mostra la Vergine seduta su un cuscino, non in trono, nell' atteggiamento di allattare il Bambino che stringe delicatamente con la mano destra al seno.

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All' interno della chiesa di San Michele è presente l' affresco, risalente ai primi decenni del Trecento, raffigurante il miracolo di San Biagio che risana il fanciullo. Il soggetto riguarda uno dei due episodi legati alla figura del santo, cui sono attribuiti poteri contro il mal di gola. E' possibile ipotizzare che l' affresco facesse parte di un più esteso ciclo che illustrava la vita del Santo, di cui troviamo riscontri figurativi nel territorio pistoiese.

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L' elemosiniera è posta all' interno della chiesa di San Michele, lungo la parete sinistra accanto al trittico in oro realizzato dall' artista pistoiese Bartolomeo di Andrea Bochi (1439). Essa è datata al 1656 ed è realizzata in pietra serena scolpita e ferro, con l' iscrizione 'ELEMOSINE/PLANIME/DEL PUR/GATORIO'. L' opera fa riferimento alla dottrina delle indulgenze, diffusa soprattutto nei secoli dal XIV al XVI, in base alla quale era possibile cancellare una parte ben precisa delle conseguenze di un peccato, riducendo così la permanenza delle anime nel Purgatorio, mediante un'offerta in denaro, detta oblatio, per supportare opere che stessero a cuore della Chiesa stessa.

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