L'opera
L'opera in situ (2005 – 2011) è stata realizzata dall'artista Daniel Buren ed inaugurata il 14 maggio 2011: è stata donata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia alla Collezione permanente di arte contemporanea di Villa La Magia. La collezione, denominata 'Lo Spirito del Luogo', si snoda in un percorso sensoriale all'interno del Parco-Museo, dove le opere degli artisti si integrano con lo spirito del luogo e della storia, fino a diventarne parte integrante ed intrinseca, materia di riflessione per il visitatore e di evocazione perenne.
In questo contesto, la grande fontana monumentale di Daniel Buren arricchisce il promontorio di Villa La Magia, collocandosi sulla porzione di prato davanti al complesso monumentale, in posizione frontale rispetto alla dorsale del Montalbano.
L'artista ha ideato per questo 'luogo d'acqua' una fontana-scultura luminosa, dalla pianta esagonale, composta di lastre di marmo di Carrara alternate: sei muri, 'cascate d'acqua', segnate dalle consuete strisce verticali bicolori che ne definiscono lo spazio interno.
'Muri Fontane a 3 colori per un esagono' è una struttura dalle forme semplici e lineari, dove il tempo sembra essersi fermato: l'unico rumore percepibile è quello dell'acqua che scende dalle scanalature colorate delle alte pareti e va a raccogliersi nelle vasche sottostanti.
L'opera comunica con il paesaggio circostante: chi entra all'interno dello spazio della fontana e si siede, sulla seduta di marmo di forma esagonale posta al centro, riesce a cogliere diversi, ma sempre suggestivi, punti di vista che si aprono attraverso le 'finestre', ottenute dai tagli nel perimetro dell'opera. Il paesaggio appare scandito tra le quinte dei sei blocchi di marmo che incorniciano: la natura agricola, il bosco, la villa medicea e il complesso industriale. La suggestione aumenta di notte, quando la scultorea fontana si illumina, ridefinendo tutta l'area della Villa, come un faro che richiama a se' i suoi visitatori.
Biografia di Daniel Buren
Pittore e scultore francese, nato a Boulogne-Billancourt nel 1938, Buren si è formato a Parigi presso l'École nationale supérieure des métiers d'art e l'École des beaux-arts, esordendo nel 1967 al Salon de la jeune peinture con opere di tendenza minimalista.
Sviluppando con coerenza il suo linguaggio espressivo, Buren ha lavorato su una varietà di supporti (tela, carta, plastica, legno, ecc.) o direttamente su pareti, facciate, gradinate, utilizzando strisce colorate alternate al bianco quali strumenti visivi per definire lo spazio.
Ha realizzato opere di formato monumentale ed environment, come 'Les couleurs: sculptures' (1977, drappi di tessuto bicolore fissati su tetti di edifici parigini) o 'Les deux plateaux' (1986, installazione permanente di colonne di altezza diversa nel cortile del Palais Royal a Parigi).
Negli anni Novanta le sue installazioni si fanno più complesse nella strutturazione degli spazi e per l'importanza della luce: accanto alle strisce impiega pannelli colorati e superfici specchianti che producono effetti trompe-l'oeil (Dominant-Dominé, 1991, Centre d'art contemporain, Bordeaux), caleidoscopici (Transparence de la lumière, 1996, Art Tower, Mito) e particolari rapporti tra interni ed esterni, architettura e paesaggio (A cielo aperto, 2000, S. Maria dello Spasimo, Palermo).
Nel 2002 ha allestito al Centre Pompidou di Parigi la mostra 'Le musée qui n'existait pas', un labirinto di settanta celle con pareti colorate, grigie e a righe moltiplicate da fascinosi giochi di specchi, mentre nel 2005 il Guggenheim di New York lo ha accolto con un'altra mostra personale.
Buren ha partecipato alle più importanti rassegne di arte contemporanea, tra le quali la Biennale di Venezia (1986, aggiudicandosi il Leone d'Oro) e nel 2010 è stata inaugurata la sua prima installazione permanente al Macro (Museo d'arte contemporanea di Roma). Nel 2012, per l'edizione di Monumenta, ha realizzato l'installazione 'Excentrique(s), travail in situ' trasformando la navata del Grand Palais di Parigi in una sorta di foresta formata da 377 dischi in plastica sospesi su steli d'acciaio; sono dello stesso anno le cinque installazioni ideate per il parco archeologico di Scolacium (Catanzaro) nell'ambito del progetto 'Costruire sulle vestigia: impermanenze. Opere in situ'.
In Toscana Buren è noto per aver realizzato una serie di lavori: tra il 1999 e il 2001 è intervenuto all'interno del Castello di Linari di Poggibonsi tappezzando due stanze speculari una di strisce bianche e blu e l'altra da strisce bianche e gialle. Nel 2001 per la provincia di Siena, ha creato 'Sulle Vigne: punti di vista', installazione permanente per il Castello di Ama, composta da un muro lungo 25 metri, ricoperto di specchi, costellato da finestre quadrate.
Nel 2005 'La Cabane éclatée aux 4 salles' del Parco di Villa Celle a Santomato (PT), una vera e propria casa mimetizzata nel parco perché composta da un parallelepipedo ricoperto all'esterno di specchi che riflettono la vegetazione circostante, mentre lo spazio interno è diviso in quattro ambienti ognuno composto da due superfici di specchi e due superfici di colore diverso.
Inoltre, è intervenuto nella Piazza di Arnolfo a Colle Val d'Elsa dove, con Jean Nouvel, ha ridisegnato la piazza cittadina, spostando di lato il monumento dei caduti dal centro, contrapponendolo, sul lato opposto, a una nuova fontana che anima l'intero spazio urbano.