Beata Maria Margherita Caiani (1863-1921) fu la fondatrice delle Suore Francescane Minime del Sacro Cuore e beatificata il 23 aprile del 1989 da San Giovanni Paolo II.
Margherita Caiani, al secolo Marianna, nata il 2 novembre del 1863 a Poggio a Caiano, viene battezzata il giorno dopo a Bonistallo.
Rimasta orfana molto giovane, avendo nel suo cuore il desiderio di consacrarsi totalmente a Dio inizia a domandarsi insistentemente cosa il Signore volesse da lei, quale la strada da seguire per servirlo. Intanto insieme ad altre ragazze inizia un apostolato fra le vie e le case del paese assistendone i malati e i sofferenti e fondando una piccola scuola itinerante per i bambini.
Il suo sarà un cammino di discernimento molto lungo seguito da alti e bassi, sarà un continuo interpretare, aiutata da una solida rete di amicizie, il volere di Dio su di lei, fino ad arrivare al 15 dicembre 1902, anno della vestizione religiosa insieme alle prime compagne e di fondazione dell'Istituto delle Minime Suore del Sacro Cuore. Nel 1910 viene fondata la prima casa filiale a Lastra a Signa e da lì seguiranno numerose altre fondazioni, con il carisma delle Minime che si diffondeva anche fuori dalla Toscana fino a Milano.
A Poggio a Caiano è nato il suo museo in cui non sono custoditi cimeli ma segni di fede.
PERCORSO DELLA VISITA (testo a cura dell'Istituto delle Minime Suore del Sacro Cuore):
Questa piccola struttura museale si sviluppa in due vani direttamente collegati alla cappella di fondazione della Casa Madre.
Soffermandoci ad osservare più da vicino quanto ci è rimasto della vita e della storia di Madre Caiani, veniamo aiutati a comprendere meglio la sua personalità e sollecitati a vivere la sua spiritualità.
Iniziamo con alcuni oggetti riguardanti la giovane Marianna: così si chiamava la Beata poggese prima di farsi suora.
Diamo inizio al nostro percorso osservando la stadera in cristallo, strumento di lavoro quotidiano usato da Marianna nella rivendita di sali e tabacchi del fratello Osea. E' qui che la giovane 'venditrice di sigari', intesseva relazioni profonde e durature con gli acquirenti, diventandone consigliera, amica, confidente.
Segue la foto di Marianna diciottenne, da tutti ammirata per la particolare bellezza.
Nella bacheca in alto sono disposti alcuni oggetti di devozione con i quali la giovane svolgeva il suo apostolato spicciolo: l'immagine di Sant'Anna per le mamme 'in attesa', gli scapolari confezionati da lei e dalle prime suore; il quadretto di Sant'Anna con lo scritto di suo pugno alla nipote Fiffina.
In basso un esemplare di treccia, frutto del lavoro dei suoi tempi. In quel tempo, a Poggio a Caiano, le attività lavorative degli uomini ruotavano intorno alla splendida Villa Medicea. Le donne invece facevano le trecce e Marianna continuò a svolgere questo lavoro insieme alle prime suore; un lavoro finalizzato, oltre che al sostentamento delle sorelle, alla condivisione con i poveri che bussavano alla porta del convento o che venivano segnalati in stato di necessità.
Nella foto del 15 dicembre 1902, giorno della vestizione religiosa, traspare la maturità spirituale di Marianna che ha ispirato lo scultore nella creazione del viso, visibile nella ricomposizione della salma custodita nella teca della Cappella adiacente.
Gli indumenti da lei indossati, quali segni di consacrazione e di appartenenza alla stessa famiglia religiosa, rivelano la povertà e la sobrietà dello stile di vita della Beata Fondatrice.
Nella bacheca, in angolo, partendo dall'alto, sono messe in evidenza le diverse espressioni di culto vissute da Madre Margherita e tuttora vigenti nell'Istituto: al Sacro Cuore di Gesù, titolare e custode della famiglia religiosa; a Maria Immacolata, Colei che ha penetrato il mistero di amore del Figlio; a San Giuseppe, modello di umiltà e di silenzio; a San Francesco conformato a Cristo crocifisso.
Al centro è posizionato il reliquiario contenente il cotone del miracolo avvenuto a Viareggio nella notte tra il 19 e il 20 novembre 1946.
In basso vediamo la prima campana dell'Istituto con lo stemma dei Medici.
Ci spostiamo nella seconda stanza e ci troviamo davanti alla bacheca che contiene elementi particolarmente significativi.
In alto osserviamo tre piccoli reliquiari: il primo da sinistra riguarda la Beata Teresa della Croce, detta la 'Bettina di Campi', presso la quale Marianna aveva fatto l'esperienza di ritiro spirituale prima di rientrare al suo Poggio; al centro la reliquia di Madre Caiani e a destra la reliquia della Beata Elena Guerra con la quale Marianna, fin da giovane, ebbe un'interessante corrispondenza epistolare.
In basso vediamo alcuni elementi ritrovati nella riesumazione della salma, effettuata in prossimità della beatificazione: il crocifisso, la cinghia di cuoio, alcuni grani della corona del rosario con la medaglia riproducente San Bonaventura e Santa Chiara, un piccolo lapis, la croce d'argento.
Nel vano troviamo posizionata la statua della Madonna di Pompei, donata da Madre Caiani ad una famiglia poggese e restituita da questa all'Istituto per l'allestimento del museo. Testimonia la forte devozione mariana coltivata fin dagli inizi.
Procedendo, nella bacheca centrale possiamo osservare i tre capisaldi della vita religiosa: le Costituzioni manoscritte del 1901; il campanello, quale oggetto di richiamo per le attività comunitarie e la clessidra per indicare il giusto valore del tempo da dedicare a Dio e ai fratelli, armonizzando azione e contemplazione.
In basso possiamo ammirare la prima cassa che ha custodito per sessantasette anni i resti mortali di Madre Margherita. Su una striscia sovrastante si legge una frase da lei detta e vissuta come programma di vita: 'Io devo essere morta pur vivendo, morta a me stessa per aiutare gli altri a vivere'.
Al centro della parete centrale sono disposti i libri di preghiere usati dalla Beata Maria Margherita. Le annotazioni manoscritte evidenziano ciò che lo Spirito Santo operava in lei durante il suo sostare in contemplazione.
Per terra è adagiata una scultura in pietra serena che, nei simboli specifici, esplicita il carisma delle Suore Francescane Minime del Sacro Cuore.
Il quadro del Sacro Cuore campeggia sulla parete con la scritta autografa di Madre Margherita, a ricordo della solenne consacrazione fatta dalla comunità delle Minime, durante la prima guerra mondiale.
Sulla colonnina in angolo, è posizionato il calco usato per il viso della Madre nella ricomposizione del corpo della medesima.
Al centro della stanza, in scomparti distinti, possiamo vedere gli strumenti di penitenza usati dalla Madre a scopo di mortificazione, in pentimento dei peccati. Noi, oggi, siamo chiamati a vivere la penitenza con modalità diverse, mantenendoci soprattutto in continuo atteggiamento di conversione.
A seguire notiamo gli oggetti usati per scrivere le lettere: il timbro, la penna, il calamaio, la ceralacca, la carta assorbente per asciugare l'inchiostro.
Nello scomparto successivo osserviamo la croce prelevata dall'abito della Madre in occasione della ripulitura dell'urna avvenuta nel febbraio 2021; è evidenziata anche un'aureola in cartone che sovrastava la testa del Crocifisso della parrocchia, consegnata il 2 agosto 1910 a Madre Caiani dal parroco Don Marino Borchi, quando fu sostituita con quella argentea.
Nell'ultimo scomparto sono esposte le vacchette per i conti che apparivano sempre in rosso!
All'angolo possiamo ammirare la piccola statua della Madonna Addolorata, sempre tanto venerata da Madre Margherita.
Da uno sguardo di insieme, alle pareti, da destra verso sinistra, si susseguono le foto delle Madri Generali, succedute alla Fondatrice.
Ritornando nella prima stanza di questo luogo prezioso ci è dato di contemplare il meraviglioso quadro che rappresenta ancora la Vergine Addolorata, di cui non conosciamo né autore, né data. E' stato trovato nella prima casa di Lastra a Signa, aperta dalla stessa Madre nel 1910.
L'originale del dipinto della beatificazione, eseguito dal pittore genovese Corrado Mazzari, si trova nella cappella della chiesa dell'Istituto ed è molto eloquente circa la spiritualità della Madre. Sua frase ispiratrice: 'La corrente del mio amore per gli uomini passa soltanto attraverso il Cuore di Dio'. Il cammino di fede della Beata, attraversato e concretizzato da gesti ordinari compiuti in modo straordinario nella quotidianità, raggiunge il culmine il 23 aprile 1989: San Giovanni Paolo II, proclamando beata Sr M. Margherita Caiani, la propone alla Chiesa universale, come esempio di vita cristiana.
Il quadro in legno conclude il nostro itinerario ed esprime il rendimento di grazie di tutto l'Istituto, per il dono della Fondatrice, dichiarata Beata. E' composto dalle tante fraternità sparse nel mondo
Dal 1989 alcune di queste fraternità hanno cessato il servizio, altre lo hanno iniziato, in altre è stato adeguato alle esigenze dei tempi e dei territori.
Da un'attenta osservazione emerge la diversità dei legni dei singoli tasselli a dimostrazione che ogni persona, all'interno della fraternità è diversa, come diversi sono i servizi svolti nelle varie realtà apostoliche.
Prima di terminare la nostra visita sostiamo nella cappella di fondazione, così denominata perché risale agli inizi della vita dell'Istituto.
E' stata ricavata da un vecchio stanzone a pianoterra, dove un tempo, un certo Vannuccini, vi teneva una distilleria. E' stata consacrata il 15 agosto 1907. La porta dalla quale si può accedere dall'esterno, fu voluta dalla stessa Madre Margherita per facilitare ai laici il sostare in preghiera.
I due oblò che si affacciano sulla cappella, sovrastanti l'arco, sono stati ripristinati nel 2002, in occasione del centenario di fondazione, e consentivano alla Madre, quando era malata, di spostarsi dalla sua camera per poter vedere il Tabernacolo.
Nella parte posteriore, ben visibile, emerge la teca che custodisce le spoglie mortali della Beata M. Margherita Caiani il cui corpo è stato ritrovato integro nella sua costituzione scheletrica, mancante solo di una falangetta a un dito della mano.
Il volto e le mani sono state ricoperte da una maschera di vetro-resina e gesso.
Il rotolo che si trova all'interno della teca contiene una pergamena con i nomi delle persone presenti alla riesumazione e il rendimento di grazie.
Ascoltiamo la testimonianza dello scultore Pellegrino Banella:
'Il corpo è custodito in un'urna di vetro. E' adagiata su una pietra marmorea bianca che evoca la pietra della resurrezione. I bambini che sembrano sorreggere l'urna, esprimono la sollecitudine amorosa di questa donna verso di loro; si raccolgono in gruppo sostenendo il simulacro e con gesti affettuosi accennano quasi un passo di danza'.
L'8 agosto 1921la fiamma di Madre Margherita si spense allo sguardo dell'uomo, ma il fuoco custodito dalla cenere del tramonto alimenta, negli anni, altre scintille, germoglia in opere di amore e dal cielo protegge, incoraggia e continua ad amare.
Madre Caiani è viva in mezzo a noi e chiede a noi, oggi, di fare la nostra parte nella storia, come lei ha fatto la sua.
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