Cesti Tipici di Pescia - Pescia (PT) - QualcosaDaFare.it
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Intrecciare cesti è sicuramente il più antico lavoro artigianale al mondo.
Se pur con tecniche diverse e con i materiali esistenti nei diversi continenti, l'uomo ha iniziato ad intrecciare, sin dai tempi più remoti, per realizzare i cesti che occorrevano nella vita di tutti i giorni.
Intrecciare cesti è un'arte povera, antica, ma indubbiamente affascinante perchè consente di realizzare tutto ciò che la fantasia suggerisce, con i materiali che la natura ci offre in abbondanza ed a costo praticamente nullo.

Un tempo quasi tutti i contadini sapevano realizzare cesti di forme diverse di cui necessitavano per l'attività agricola: panieri, ceste da chioccie, da damigiane, ecc. ecc.
Naturalmente non tutti i contadini avevano la stessa passione e predisposizione alla realizzazione dei cesti. Sicuramente due bravi intrecciatori furono Natalino (mio zio) e Giovanni (mio padre). Fu quindi nella casa paterna Bottaini sulle colline di Pescia, in via della Cappella, che ebbero origine i primi intrecci finalizzati però alla sola attività agricola.
Natalino restò sul podere ed ebbe modo di realizzare, con assoluta capacità, numerosi manufatti di salice, ma soprattutto di olivo.

Mio padre Giovanni, invece, pensò di farne un mestiere: nel 1930 lasciò l'attività agricola ed ebbe l'intuito di abbinare la sua già sperimentata predisposizione a fabbricare cesti alle necessità derivanti dall'attività floricola Pesciatina che in quegli anni muoveva i primi passi e che solo successivamente avrebbe avuto un notevole sviluppo.

Essendo nato in una famiglia di cestai, sin da piccolo, ho visto fabbricare canestri e cesti di vario genere. I miei primi intrecci (sicuramente informi e senza pretesa di realizzare qualcosa di utile o di bello) sono stati eseguiti già nei primi anni della mia vita. Successivamente, durante il tempo libero dallo studio (anche nel periodo estivo), ho sempre continuato ad intrecciare cesti e a dare una mano all'attività di famiglia. È ovvio quindi che il mestiere mi è rimasto nel 'sangue' e, dopo 35 anni di lavoro bancario, ormai all'età della pensione, è mio intendimento dedicare un pò di tempo a questa antica tradizione familiare. Se possibile vorrei trasmettere questa mia passione a tutti coloro che hanno una elevata predisposizione alla manualità, che hanno voglia di creare e amano la natura. Intrecciare cesti infatti significa anche andar per fiumi e boschi alla ricerca dei materiali necessari (senza acquistare costosissimi salici e vimini di provenienza estera). I salici nostrani, se saputi scegliere, hanno dei colori bellissimi che vanno dall'arancio, a tutte le sfumature del marrone, del rosso e del verde. Abbinando tali colori si ottengono cesti molto belli particolarmente adatti per l'arredo delle cucine rustiche Toscane.

Parliamo ora del cesto tipico di Pescia

Il cesto tipico di Pescia era costruito unicamente con salici e canne, serviva per la spedizione dei fiori recisi a mezzo ferrovia e aveva la forma di parallelepipedo con coperchio.
Le dimensioni variavano a seconda dei fiori che doveva contenere e le misure standard erano: lunghezza cm 100, larghezza cm 40, altezza da cm 10 fino a cm 50. Venivano prodotti anche cesti lunghi fino a cm 150, ad esempio per i gladioli o i lilium.
In minor misura venivano prodotti anche cesti di lunghezza di cm 40 per spedire gli ottimi asparagi di Pescia.
In realtà questi cesti erano originari della Riviera Ligure di Ponente (Sanremo e Bordighera) e della Costa Azzurra (Nizza), infatti in quei luoghi la coltivazione dei fiori recisi (specialmente in inverno) fu introdotta molto prima che a Pescia.
La produzione dei fiori a Pescia (originariamente limitata al periodo estivo) ebbe sicuramente inizio negli anni '20 del secolo scorso, ma solo nel 1930 mio padre Giovanni (allora agricoltore), già esperto nella realizazione di panieri per l'agricoltura, iniziò a produrre anche cesti per fiori. Fu un autodidatta, infatti, per imparare la tecnica di costruzione disfece un cesto proveniente da Sanremo e così potè capire come era stato costruito.
Solo a partire dagli anni '40-'50 altri cestai giunsero a Pescia dall'Appennino Bolognese, in particolare da Badi, Castel di Casio, Suviana. In questi luoghi infatti esisteva già una tradizionale produzione di cesti e panieri che venivano utilizzati in agricoltura, da qui alcuni cestai ( o panierai) si trasferirono a Sanremo e sulla Costa Azzurra dove impararono la tecnica di produzione dei cesti per fiori. Alcuni di essi lavoravano in inverno sulla Riviera Ligure e si trasferivano a Pescia nel periodo estivo, successivamente alcune famiglie di cestai (Mucci, Tovoli, Guglielmi) si trasferirono in pianta stabile a Pescia costituendo, in un secondo tempo, altre aziende artigiane.
La maggiore produzione dei cesti per fiori si può infatti collocare tra gli anni '50 e gli anni '70 ed ha coinciso con l'incremento dell'attività floricola e vivaistica nel Comune di Pescia.Cestini per spedizione fiori recisi
In minore quantità venivano prodotte anche ceste tonde per la spedizione delle piante di olivi. L'attività di produzione di ceste per fiori ebbe un tale sviluppo che si può stimare venissero prodotti circa 20-30 mila cesti all'anno, le aziende artigiane erano 5-6 per un totale di circa 20-30 addetti.
La particolare tecnica di intreccio consentiva una buona aereazione dei fiori anche nei mesi più caldi, quindi detti cesti risultavano particolarmente adatti per la zona di Pescia dove la produzione floricola era limitata, a quel tempo, al solo periodo estivo.

Sono disponibile per organizzare corsi di intreccio dei cesti nelle Scuole, negli Agriturismi e per tutti coloro che hanno a cuore la salvaguardia delle antiche tradizioni Toscane.

Se avete dei panieri o altri cesti prodotti da contadini o artigiani toscani non gettateli, anche se sono rotti generalmente si possono riparare (se non sono aggrediti dai tarli).


I fili metallici

L'origine della mia passione dell'intreccio con fili metallici ha una storia ormai lontana nel tempo. Essendo nato in una famiglia di cestai, ho visto fabbricare canestri e cesti di vario genere e sin da piccolo ho eseguito i miei primi intrecci.
Successivamente, pur lavorando in altro settore, ho sempre continuato ad intrecciare per hobby. Così mi sono divertito a creare cesti della tradizione contadina toscana, anche i più curiosi e bizzarri, in qualche caso anche molto difficili da realizzare.
Mi sono poi cimentato nell'impagliatura di tutti i tipi di sedie anche quelle con paglia di Vienna (Thonet).
Queste esperienze mi sono servite per imparare ed approfondire tutte le tecniche di intreccio. La prima realizzazione, che con i cesti veri e propri non aveva niente a che fare, è stato un fiore, poi sfere in vimini, vassoi celtici e qualche altra opera strana come la torre Eiffel.
Influenzato poi da una mostra a Firenze sul 'Tromp l'oeil' (inganno d'occhio) ho voluto fare anche io qualcosa di simile: ho realizzato un quadro con la cornice esterna intrecciata, all'interno piccoli cesti (veri) che ingannano l'occhio e come sfondo la riproduzione di un quadro del '500 di Vincenzo Campi intitolato 'La fruttivendola'.
Avvicinato poi da alcuni designers ho creato, su loro richiesta, figure in salice e in vimini.
Da qui è scattata la mia curiosità e la mia sfida (tutta personale) con il mondo delle sculture intrecciate e mi sono voluto misurare anche con l'intreccio in metallo.
Ho fatto ricerche sul web, ma a dire il vero ho trovato molto poco su questo argomento e quindi ho dato spazio alla mia fantasia nel creare ogni genere di figura.

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