Il Tempio israelitico sorge non lontano dagli Scali degli Olandesi, sull'altra sponda del Fosso Reale, nell'ampia piazza Benamozegh. Fu costruito su progetto dell'architetto Angelo Di Castro e concluso nel 1962 sul luogo dove era stata edificata l'antica Sinagoga, parzialmente distrutta durante l'ultimo conflitto mondiale. Nella legge nota come 'Livornina', finalizzata a favorire lo stabilirsi di mercanti di ogni nazione e religione nella nuova città, il granduca Ferdinando I concesse in particolare agli ebrei il privilegio di abitare nelle città di Pisa e di Livorno dove non nascono ghetti, come in altre città toscane: gli ebrei infatti non sono vincolati dal contratto di azakà che prevede il solo diritto d'uso degli immobili, ma comprano beni stabili e si radicano nel tessuto urbano. Una vera e propria Sinagoga fu eretta a Livorno nel 1603 su progetto di Claudio Cogorano e Alessandro Pieroni, responsabili l'uno delle Fabbriche Militari, l'altro di quelle civili, che realizzano una struttura inizialmente piuttosto modesta e sobria; nel corso del secolo XVII, accrescendosi la presenza ebraica in città, si rende indispensabile un ampliamento. Nel 1642 si realizza un'ampia sala di preghiera con due ordini di gallerie su progetto di Francesco Cantagallina. A partire dalla seconda metà del secolo XVII la Sinagoga viene arricchita di arredi e suppellettili. Nell'anno 1700 la comunità ebraica livornese chiede al Granduca di accrescere ancora il Tempio, il cui interno venne totalmente demolito e ricostruito con i matronei disposti su tre lati. Altri lavori di ampliamento e di arredo furono eseguiti nel corso del secolo XIX; intorno al 1926 furono demoliti i due fabbricati seicenteschi che fiancheggiavano la Sinagoga. Nel 1944 i bombardamenti distrussero parzialmente il tempio. Nel dopoguerra si avviò un lungo dibattito circa la possibilità di ricostruirla dov'era e come era o di procedere all'edificazione di una nuovo edificio. Anche per l'intervento di Bruno Zevi, allora membro del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, la vicenda della ricostruzione passò dalla competenza della comunità livornese a quella dell'Unione delle Comunità ebraiche che vide nell'edificazione di una nuova Sinagoga a Livorno l'occasione per creare dopo la tragedia della guerra un monumento alla vitalità ebraica, che avrebbe assunto un significato simbolico proprio perché coinvolgeva una comunità numerosa, antica e di grande tradizione rabbinica. L'architetto Di Castro progettò un edificio che richiamava nella forma il Tabernacolo o la Grande Tenda destinata a custodire l'Arca dell'alleanza, avvicinandosi a coeve progettazioni del dopoguerra, soprattutto tedesche. La struttura portante realizzata con possenti nerbature in cemento armato racchiude pannelli di tamponamento in cui si aprono finestre ottagonali e il corpo prismatico dell'abside nel quale piccolissime aperture triangolari creano un suggestivo baluginare di luci. All'interno i sedili sono disposti su gradinate degradanti verso il centro dove si innalza la tevà, realizzata riutilizzando parti di quella antica; l'aròn del 1708 proviene dalla sinagoga di Pesaro ed è uno splendido esempio di ebanisteria barocca. Il matroneo è collocato su un ballatoio nella parte retrostante. Al piano sottostante è sistemato l'Oratorio Lampronti nel quale la tevà e l'aròn, del secolo XVII, provengono dal tempio di rito spagnolo di Ferrara.
where
43.549259°, 10.30953°
Directions
when
Sempre disponibile
contacts
costs
ASK A QUESTION. Ask for more information
View the questions