Lato est delle mura - Altopascio (LU) - QualcosaDaFare.it
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Si esce dal castello attraverso porta Mariani, detta anche porta Pesciatina o porta del Mulino, perché da essa si raggiungevano il mulino e la strada per Pescia. Il mulino, di origine medievale era di proprietà dell'Ospedale, ed era alimentato da un sistema idrico che prelevava l'acqua dal laghetto della Sibolla e dalla Pescia di Collodi; accanto vi era la casetta del cappellano (l'attuale Bethania). Questo lato delle mura è notevolmente rimaneggiato e coperto da orti e giardini privati, anche se è ancora possibile distinguere la medievale Torre Voltola, presso la quale inizia un tratto in pietra a filaretto (poi rialzato in laterizi), con feritoie da balestra, databile probabilmente al XIII-XIV secolo; dopo la torre però il tratto purtroppo è coperto da orti e superfetazioni. La torre era definita anticamente torre del Casale, dal nome del grandissimo edificio ad arcate (vedi sotto: 'Torre Voltola: un lato ritrovato' e 'Il Casale: un grande edificio a navate').



Torre Voltola: un lato ritrovato

La torre, come quel tratto di mura, ha la parte inferiore in pietra e quella superiore in laterizio, segno di due interventi e situazioni differenti, ed è priva del lato che guarda l'interno del castello e che faceva pensare ad una torre aperta verso l'interno, analoga a quelle che si trovano, ad esempio, a Monteriggioni di Siena. Recenti lavori edilizi hanno messo in luce proprio la presenza di un grande arco in laterizio, verso l'interno del castello, anteriore alla trasformazione della torre in appartamento. Ma era questa la situazione originaria relativa alla parte inferiore in pietra? Il Gruppo archeologico ha effettuato rilievi riscontrando un sottosuolo molto manomesso, nel quale si sono comunque trovate le fondamenta del quarto lato originario della torre, in pietra, demolite anticamente all'altezza delle riseghe di fondazione e larghe all'incirca 1,54 m. Il restauro dell'esterno (ad opera dell'architetto Vincenzo Regoli) ha conservato i grandissimi schianti che, causati secoli fa da terremoti o cedimenti del terreno, ne squarciavano il muro da parte a parte, e che sono ormai parte integrante del monumento in quanto presenti nella memoria collettiva e nelle vecchie illustrazioni.



Il Casale: un grande edificio a navate.

Da corte Voltola fino quasi a porta Vettori le abitazioni hanno a pianterreno pilastri e archi. La planimetria di Foggiano consente di rilevare un grandissimo edificio a tre navate, scandite da due file di arcate, addossato al muro castellano, allargato poi verso la piazza e diviso in unita abitative. Recenti scavi archeologici in una parte di esso hanno confermato questa ipotesi: nella navata centrale vi sono due canaletti da stalla, che provengono dalla direzione della corte e scendono verso la porta castellana. L'edificio aveva accesso dalla corte, mediante una grande apertura con cornice in pietra serena; si estendeva per oltre quaranta metri di lunghezza ed era largo dodici; le navate esterne avevano piani inclinati verso quella centrale, in terra battuta sostenuta da macerie e materiali di riporto. La scansione in tre navate era infine, creata da una duplice fila di tredici arcate Quale era la funzione di questa costruzione, lunga e stretta? La struttura e la povertà dell'edificio, almeno a piano terra (non si hanno dati per il piano superiore, dove i muri tuttavia in pianta risultano molto più stretti) fa pensare a grandi stalle da cavalcature; gli animali dovevano essere posti nelle navate esterne, affiancati, con il muso verso il muro, mentre la navata centrale serviva per gli spostamenti e le canalette per il deflusso dei liquami, probabilmente verso una corticella con le concimaie. Ma a quale scopo è stato edificato il Casale, e quando? La fila di arcate e la vicinanza all'ingresso del castello potrebbero far pensare al grande pellegrinaio medievale citato dal Bonizi, ma questo spazio era destinato ai pellegrini a piedi, e non a quelli a cavallo; inoltre la cornice della facciata (visibile in corte Voltola, a cui si accede da piazza Ricasoli) è chiaramente quattro-cinquecentesca. Poteva allora trattarsi di un grandissimo edificio destinato all'ospitalita dei viandanti a cavallo e poi cambiato di destinazione, o di un edificio di carattere militare, destinato ad alloggiare anche un acquartieramento di cavalieri; un edificio poco adoperato (si è osservato che il fondo delle canalette non si presenta sporco, come ci si aspetterebbe da stalle in uso) in seguito allargato mediante l'aggiunta di un corpo edificato verso la piazza e suddiviso in unità abitative (fine XVI-XVII secolo). Lo scavo archeologico ha messo in luce buche da fabbro con scarti di fusione del ferro, basamenti in laterizio e resti di ceneri, segno di un attività di fabbri o maniscalchi forse legata alla ferratura dei cavalli del Casale.

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43.814850°, 10.676624°

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